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Camminare sul filo della pace

Aggiornamento: 8 gen 2021

Il potere del conflitto e la mediazione familiare.


Il conflitto è una dinamica universale che caratterizza qualsiasi realtà vivente, poiché è condizione essenziale dell rinnovamento, ed il rinnovamento è la base della vita stessa.


La capacità di confliggere è un’abilità potente di cui tutti disponiamo, ma che molto spesso utilizziamo grossolanamente perché siamo portati a pensare che “vincere” e avere la meglio su qualcosa o qualcuno sia uno dei nostri obiettivi principali.

In verità, ciò di cui ognuno di noi ha davvero bisogno per stare bene è un profondo equilibrio interiore e una completa armonia con l’ambiente che lo circonda.


In genere confliggiamo perché siamo molto spaventati o insoddisfatti. Lo facciamo per ottenere la supremazia sugli altri, quando qualcosa si interpone tra noi ed i nostri scopi, oppure quando vogliamo dimostrare di avere ragione per sentirci più forti e più giusti, mentre ricerchiamo approvazione e appartenenza.

Ci scontriamo perché desideriamo vedere realizzati i nostri ideali ed ottenere ciò che riteniamo meglio per “noi”, ignorando il più delle volte che la funzione indiretta del conflitto è quella di costruire la Pace e di permetterle di continuare ad esistere.

Chiaramente si intende una pace autentica, e non una propaganda di menzogne, come quelle che tentano di legittimare le guerre attuali e passate.


La Pace non è una condizione statica e ha bisogno di continui assestamenti per esistere. Quando in un sistema intervengono dei cambiamenti tali da richiedere una ristrutturazione delle relazioni esistenti, il conflitto è proprio quella dinamica che offre ai membri l’opportunità di creare nuovi equilibri e nuove alleanze, affinché la Pace possa “conservarsi” nel tempo. Ad essere precisi inoltre, il verbo “conservare” non è molto appropriato per esprimere il ciclo di vita della Pace che, come accade alla fiducia, non si conserva ma si rinnova, e va spesso rinegoziata. Il conflitto infine non è mai positivo o negativo di per sé, è semplicemente necessario all'evoluzione e ciò che può renderlo negativo è il modo in cui lo agiamo.


Proviamo a trasferire allora questi concetti alle famiglie e alle separazioni. Durante un percorso di mediazione familiare individui che confliggono più o meno intensamente vengono supportati nella riorganizzazione delle loro vite e delle loro relazioni, prestando particolare attenzione a salvaguardare il benessere dei figli.

Il mediatore promuove ed incoraggia tutte quelle condizioni e quei comportamenti favorevoli ad un processo di rinegoziazione e di ridefinizione di realtà, sostenendo una coppia che smette definitivamente di essere coppia, ma che dovrà continuare a svolgere il proprio compito genitoriale in modo adeguato. Inoltre lavora congiuntamente alla coppia per dare vita ad un nuovo equilibrio, attraverso la costruzione di un assetto familiare inedito che sia bilanciato e sostenibile per tutti.


Maneggiando e prendendo dimestichezza con la conflittualità insieme al mediatore si imparerà che per intraprendere un autentico processo di Pace è sempre indispensabile spostare il focus dalle posizioni dichiarate ai bisogni profondi e sarà più facile comprendere che nessuno di noi è o può essere un’isola perché siamo tutti, ma proprio tutti, connessi, come ci dimostra la fisica quantistica e come purtroppo di recente ci ha ricordato un maledetto virus.


Che compito straordinariamente delicato che ha il mediatore!

Se chiudo gli occhi e penso al suo potenziale come esperto di conflitto e facilitatore di Pace, immagino un funambolo che crea connessioni attraverso "la fune della genitorialità". Se provo descriverne gli intenti, mi vengono in aiuto le bellissime parole di un poeta brasiliano...


Di tutto restano tre cose:

la certezza che stiamo sempre iniziando,

la certezza che abbiamo bisogno di continuare,

la certezza che saremo interrotti prima di finire.

Pertanto, dobbiamo fare:

dell’interruzione, un nuovo cammino,

della caduta un passo di danza,

della paura una scala,

del sogno un ponte,

del bisogno un incontro.

(Fernando Sabino, O encontro marcado, Civilização Brasileira, 1956).


Paola Belfiglio

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