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In coronavirus veritas

Aggiornamento: 9 ott 2020

Cosa ci insegna il virus su di noi


16 Marzo 2020


Il COVID-19 si sta dimostrando molto contagioso e violento, più dei virus ai quali eravamo abituati, ma i suoi effetti non sono così intensi solo perché è particolarmente virulento, c'è indubbiamente qualcosa di più. Anche senza averci infettati è riuscito a far emergere una o più parti nascoste di ognuno di noi e per questa ragione dal nostro punto di vista la pandemia in corso deve essere considerata come un'opportunità di conoscenza interiore In questi giorni bui e confusi molti saggi ed intellettuali sostengono che i sentimenti che proviamo in situazioni come quella attuale siano così destabilizzanti per il nostro equilibrio psichico perché l’oggetto della paura che sperimentiamo non è ben definito, è “ignoto”, e ritengono sia corretto definire questo vissuto con il termine di angoscia. Anche noi siamo d’accordo che l’origine del nostro vissuto spaventoso possa essere sconosciuto, con una precisazione: l’angoscia è tanto più intensa quanto le ragioni che la generano sono sconosciute a noi stessi.


Quando sperimentiamo la paura, se ci soffermiamo ad ascoltarci possiamo realizzare che generalmente la nostra emozione è accompagnata da un profondo senso di impotenza e di vulnerabilità. Proviamo a spiegarci meglio con qualche esempio pratico. Il primo semplice e concreto: vedo un ragno, provo paura, penso che mi possa dare fastidio o fare del male e voglio cacciarlo. Oppure un esempio di situazione più astratta, e solo in apparenza diversa: sono in ascensore e incomincio a sentirmi oppresso perché ritengo che lo spazio sia troppo stretto. Mi manca l'aria e sto ancora peggio quando penso all'eventualità che l'ascensore si blocchi e alla possibilità di rimanerci chiuso dentro. Infine, un ultimo esempio più complesso e relazionale: non voglio prendere l'impegno di una relazione seria con un partner perché temo che questa scelta mi costringerà a modificare le mie abitudini e dovrò adottare dei cambiamenti che non mi faranno sentire sicuro. Quale vissuto accomuna per voi queste tre situazioni? Secondo il nostro pensiero è la sensazione di vulnerabilità, che nella nostra cultura assume caratteristiche molto negative e che è alla base dei vissuti di paura, ansia ed angoscia. Se è facilmente comprensibile che come essere umani non piaccia sentirci in questo modo, è vero che quando ci soffermiamo a riflettere un po' e proviamo ad essere quanto più possibili onesti con noi stessi, comprendiamo che ognuno di noi è potenzialmente in grado di definire in maniera più precisa quali sono le situazioni che lo fanno sentire maggiormente vulnerabile. Mi raccomando…. onestà verso noi stessi :-) Circoscrivendo il pensiero agli effetti del Coronavirus possiamo iniziare a domandarci quali siano le conseguenze che temiamo maggiormente e per favorire questa indagine personale vi proponiamo alcuni termini, che non vogliono in nessun modo essere esaustivi, ma che possono rivelarsi spunti di riflessione: "Morte, Malattia, Sofferenza, Malessere, Sporco, Infetto, Contatto, Vicinanza, Controllo, Diverso, Povertà, Solitudine, Fame, Isolamento, Quarantena, Responsabilità, Fragilità, Dipendenza…." Dal nostro punto di vista tutte queste parole sono direttamente o indirettamente associabili all'epidemia di COVID-19 e ce ne sono potenzialmente tantissime altre, in alcuni casi anche piuttosto soggettive. Questi termini generano in ciascuno di noi emozioni molto forti e per questo, dopo averli letti con attenzione, vi invitiamo ad individuare quelli che vi sembrano risuonare in maniere più intensa dentro di voi. E' possibile, ad esempio, che qualcuno sperimenti emozioni molto più negative associate alle parole "isolamento e quarantena", rispetto a termini quali "responsabilità, contatto, diverso, sofferenza". Se il gioco non ci spaventa, e riusciamo a concederci ancora del tempo per “sentirci dentro”, possiamo avvicinarci anche alle ragioni di queste emozioni più o meno intense. Lo scopo di questo esercizio è prendere coscienza che non è l'angoscia dell'ignoto la motivazione del nostro senso di malessere interiore o dei comportamenti "anomali" che in questi giorni tutti noi stiamo osservando, e forse anche attuando, ma la scarsa consapevolezza che abbiamo delle nostre paure profonde. Pertanto è importante prendere coscienza che queste paure, oltre ad essere naturali, sono strategiche per la nostra sopravvivenza, e che se non le riconosciamo come lecite e ci costringiamo a nasconderle rischiano di diventare molto dannose in primo luogo per noi stessi. E' proprio mascherando una banale paura del diverso che questa lavora in silenzio e si trasforma in razzismo, per esempio, e questo concetto vale anche per molto molto altro... Crediamo dunque che sarebbe utile ed efficace di questi tempi se ciascuno di noi avesse la possibilità e la volontà di dare voce alla propria angoscia che, anche se universalmente condivisa, può assumere per ciascuno un significato differente. Proviamo a farlo, e quando avremo iniziato ad identificare meglio la nostra angoscia incominceremo a sentirci un po' meglio. Staremo ancora meglio poi se ci impegneremo a lavorare ad un livello più profondo, chiedendoci, per esempio, che significato abbia l'isolamento per noi, e magari anche quando in passato ci siamo sentiti isolati e perché. E' un esercizio che possiamo fare in autonomia, in seguito al quale non verremo giudicati, non richiede altro che una sincera propensione d’animo (che a dire il vero non è poco!). Cerchiamo nel contempo ad essere connessi con il nostro corpo ed in questo modo otterremo sicuramente un successo, perché più di chiunque altro in questo momento avrà moltissimo da dirci.


Stiamo vivendo un momento unico e senza precedenti, indubbiamente difficile. Non scoraggiamoci e approfittiamo della riduzione degli stimoli esterni per avvicinarci, con coraggio, alle nostre emozioni profonde.Sarà il viaggio più grande, dal quale torneremo più vivi che mai.




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