“Che invidia la Tartaruga, che non deve fare né traslochi né valigie e porta la sua casa sempre con sè!”
Vi è mai capitato di pensarlo? A noi personalmente sì, forse come retaggio di qualche fiaba udita da bambini, dove si narrava che il guscio di questo animale corrispondesse alla sua casa.
In realtà la scienza ci dice che il guscio della tartaruga svolge una funzione protettiva, come una sorta di corazza, e che i colori mimetici che lo contraddistinguono, sembrano pensati per garantirle un’ulteriore sicurezza.
Di recente inoltre si è scoperto che il guscio delle testuggini migliaia di anni fa era presente solo sui bordi del loro corpo e aveva la funzione di rendere più agevole lo scavo delle tane e dei cunicoli che questi animali costruivano per proteggersi dal sole, in un’era climatica particolarmente arida.
Ma quindi, per chiarirci, il guscio della Tartaruga è una casa, una corazza o uno strumento?
Riteniamo che questa sia una domanda molto interessante e a tal proposito vi proponiamo una riflessione.
Quando pensiamo alla nostra casa, dove ce la immaginiamo precisamente? Dentro di noi o fuori da noi? Dove si trova la nostra abitazione reale o altrove? E infine, si trova in un posto in cui siamo stati veramente o solo con l’aiuto dell’immaginazione?
Per lo Yoga che pratichiamo durante gli incontri di YogaCounseling la nostra casa corrisponde al nostro corpo. E’ lì che risiede l’unica verità esistente, che non è nient’altro che ciò che sentiamo.
Ciò che percepiamo è ciò che “è vero per noi”, ed è lì che si trova realmente la nostra verità e la nostra “casa”. Durante le sedute, attraverso alcuni semplici esercizi di presenza, impareremo a riportare la nostra coscienza più nel profondo, per vivere a pieno le sensazioni del nostro corpo e per renderci disponibili e ricevere i messaggi che ci invia in ogni istante, e che solamente noi possiamo codificare correttamente.
Questa casa dove ci sentiamo al sicuro e dove conosciamo bene le regole, svolge per ciascuno di noi, come per la tartaruga, anche una funzione di scudo dal mondo esterno, offrendoci la possibilità di scegliere da cosa proteggerci, e di decidere cosa far entrare e cosa invece lasciar fuori.
Durante la vita può accadere che questo guscio si riveli un ostacolo alla realizzazione dei nostri desideri, e che ci sia difficile comprenderne le motivazioni, poiché siamo abituati a cercare spiegazioni all’esterno e ad attribuirci giudizi di valore, che invece che aprirci delle strade ce le chiudono definitivamente. Un esempio molto comune è quando, non riuscendo a fare qualcosa, ci scoraggiamo e diciamo a noi stessi che non ce la facciamo “perché è troppo difficile”.
E se in queste situazioni fosse proprio il nostro corpo a venirci in aiuto, offrendoci una strada alternativa a quella in cui la nostra mente ci conduce?
Ci hanno insegnato a pensare che sia la nostra testa a dire al nostro corpo ciò che deve fare e ci accorgiamo che non è davvero così solo quando qualcosa non funziona. Quando ci ammaliamo, ad esempio, ci rendiamo conto che, anche se ci imponiamo mentalmente di guarire, dobbiamo fare il conto con tempi e linguaggi differenti da quelli del nostro cervello.
In realtà la scienza ci insegna che la comunicazione fra corpo e mente non è univoca, ma biunivoca. Ciò significa entrambe queste “entità”, che culturalmente siamo abituati a concepire come separate, si scambiano continuamente messaggi di ogni genere… ed è proprio qui che noi vediamo un’opportunità.
Comunicare al nostro corpo dei messaggi nuovi, assumendo, per esempio, atteggiamenti corporei che non ci sono abituali, ci offre la possibilità di inviare input da elaborare alla nostra mente… altrettanto nuovi.
Così può accedere che ciò che avevamo etichettato come “troppo difficile”, con il cervello, con il linguaggio del corpo possa rivelarsi invece “tollerabile” e forse perché no, lavorandoci un po’, anche piacevole…
Ma può succedere anche che quello che con la mente ritenevamo accessibile, in verità per il nostro corpo lo sia meno e ci richieda un po’ di esercizio prima.
A questo punto possiamo domandarci se è possibile modificare la nostra corazza. La nostra risposta è sì e per farlo abbiamo due strade: possiamo prendere coscienza razionalmente delle motivazioni che sottendono alle nostre difese e decidere consapevolmente di cambiarle, o in alternativa possiamo sentire le nostre resistenze corporee ed esercitarci a scioglierle gradualmente, utilizzando il nostro corpo come uno strumento per cambiare la nostra mente.
Il percorso che vi proponiamo con lo YogaCounseling è un invito a fare entrambe le cose. Gli incontri sono calibrati in funzione dei bisogni e delle competenze soggettive e sono destinati a chiunque voglia migliorare il proprio senso benessere, sperimentando vissuti di autoefficacia nella vita quotidiana.
“Che fortuna l’uomo, tutto ciò di cui ha bisogno per diventare più saggio lo possiede già dentro di sé!”
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